Il vino italiano è in difficoltà causa Covid. Ma c’è chi cresce.

I numeri positivi di realtà virtuose del mondo cooperativo: da Mezzacorona a Cavit, da Terre Cevico a Cantina Valpolicella Negrar

Il vino italiano è in difficoltà, per molte cantine, soprattutto piccole, la chiusura del bilancio 2020 sarà in netta perdita, con cali che, in alcuni casi, potranno a arrivare fino al -30/-40%, come stimavano diverse cantine (a fine ottobre, sondate da WineNews), salvo miracolosi recuperi in questa fine di anno che, però, sembrano alquanto improbabili. Eppure, in un panorama evidentemente negativo, c’è anche chi riesce a resistere, e persino a crescere.

Trend che emerge soprattutto da alcuni tra più importanti alfieri della cooperazione del vino, nomi come Mezzacorona, Cavit, Cantina Valpolicella Negrar e Terre Cevico (anche se non mancano case history di big privati, come il Schenk Italian Wineries, divisione italiana del gruppo Schenk , che stima una chiusura di 2020 a +4% sul 2019, a 115 milioni di euro, solo per citare l’ultimo che lo ha comunicato, ndr).

Va detto che la stragrande maggioranza delle cooperative chiude il bilancio di esercizio intorno alle metà dell’anno, e quindi il periodo di riferimento, in questo caso prende in considerazione una metà di 2019 piuttosto positiva e intensa, ed una prima parte di 2020 comunque indicativa, che tiene conto della fase più dura del lockdown totale tra marzo e metà maggio, e del primo afflato della ripresa estiva.

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